Mostre Personali 2025 – Tonino Trovato – Donne alla ricerca della Grande Bellezza



























“Donne”, alla ricerca della “Grande Bellezza” (Curatela di Sonia Loren)
Una grande bellezza, ricercata da tante donne, è la somma di tanti difetti che, a volte, vengono bloccati dai propri compagni che non riescono a vedere, effettivamente, la loro grande bellezza, per rispettarle ed ammirarle come se uscissero da un quadro rinascimentale. Tonino Trovato.
Quando ho ricevuto l’invito di Tonino Trovato a curare la mostra fotografica del Med Photo Fest 2025, ho pensato, con un misto di gioia e riflessione: come scrivere del lavoro di un fotografo di un’altra cultura, che non conosco personalmente e che vive dall’altra parte dell’oceano? Sono seguiti mesi di scambi di messaggi e una “quasi urgenza” da parte di Tonino di mostrare una grande quantità di foto. Ed ecco che, tra le pietre bianche e lo stile barocco della piccola e bella Scicli e il mare che respira in silenzio ai margini della Sicilia, incontriamo lo sguardo di Tonino, un fotografo che parla con la luce, poiché le parole gli sfuggono dalla voce. Nella sua ricerca intima e poetica di una “grande bellezza”, ci conduce per le strade della città e attraverso i volti delle donne che la abitano.
Nelson Brissac Peixoto in “Paisagens urbanas” (Paesaggi urbani) diceva che “La fotografia diventa poesia, capace di interrompere la narrazione, di dissolvere lo spazio, di sospendere il tempo”. Un istante e la breve storia di un gesto.
Tonino è un osservatore vorace. Attraversa la città e contempla il paesaggio, attento, osservando chi passa e i luoghi che incrociano il suo cammino.
“Donne” sono raggruppate in 25 immagini in bianco e nero che non solo catturano le donne madri, figlie, nonne, ragazze – ma rivelano frammenti di una bellezza che, lungi dall’essere idealizzata, è composta da piccole imperfezioni, gesti quotidiani e silenzi femminili. Una bellezza che può passare inosservata a molti, offuscata dall’abitudine, dalla fretta o dagli stessi occhi degli uomini che smettono di contemplarla come si contempla un dipinto rinascimentale, con riverenza.
E’ così che Tonino le vede e le cattura con la sua macchina fotografica e con il suo sguardo curioso.
Nelle fotografie, la figura della madre occupa un posto speciale. Tre immagini a lei dedicate attraversano la mostra come un filo d’oro invisibile: sono ritratti di affetto, ma anche di profonda ammirazione. Nel ritrarre sua madre, Tonino tocca le radici della sua propria sensibilità artistica,
rivelando la donna come origine, specchio e orizzonte.
In questa mostra c’è una delicata coreografia di sguardi. In due immagini vediamo degli uomini che osservano le donne – nelle piazze, alle feste – e il fotografo, a sua volta, osserva gli uomini.
È un gioco di riflessi e stratificazioni, dove l›atto di guardare diventa anch›esso oggetto
dell›immagine. Tonino propone così una sottile inversione: la donna, spesso ridotta a oggetto dello sguardo, diventa qui soggetto di bellezza, custode del tempo e dello spazio.
La sua tecnica è spesso caratterizzata da una prospettiva peculiare: fotografa dal basso verso l’alto, elevando le sue figure, conferendo loro un’aria di monumentalità. Le donne di Tonino non
sono muse intoccabili, ma presenze forti e reali, immerse nella quotidianità di una città antica, con i suoi misteri che raccontano storie. Sono grandi, anche se in silenzio.
La fotografia, per Tonino, è territorio di libertà ed espressione. Ispirato dai maestri dell’immagine dai quali, come confessa, “ruba idee” – trasforma questi riferimenti in un linguaggio proprio, dove ogni immagine è un poema visivo, un gesto di ascolto, un atto di resistenza di fronte all’invisibilità.
Questa mostra è, soprattutto, un atto d’amore: per la donna, per la città, per la luce e per la vita. Un invito a osservare, con altri occhi, la “grande bellezza, che continua a rifiorire nei dettagli.
È stato Bachelard a scrivere che “non avremo mai visto bene il mondo se non abbiamo sognato ciò che abbiamo visto”. E Tonino sogna tutto quello che sente, che vede e che cattura.
E da lui siamo catturati.
Sonia Loren
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